Filosofo svizzero. Professore di
Filosofia all'università di Losanna, fu notevolmente influenzato dal
pensiero di Leibniz e di Schelling, del quale aveva seguito le lezioni a Monaco.
Notevole fu anche l'influenza esercitata da Maine de Biran, caposcuola del
movimento spiritualistico di cui
S. fu uno dei massimi esponenti. Il suo
interesse fondamentale si volse alla morale, intesa come essenzialmente
religiosa. Definita la filosofia come “intelligenza dell'universo”,
S. considera la metafisica in stretto rapporto con la religione e con la
morale, e l'intera ricerca filosofica come mezzo per giungere al riconoscimento
dell'Assoluto, ossia di Dio che, in quanto infinito, increato, incondizionato,
è assoluta libertà. Solo a Dio, quindi, si addice la formula
“io sono ciò che voglio”. All'uomo è consentito di
comprendere tale Assoluto, poiché egli trova nell'intimità della
propria coscienza l'intuizione che il suo stesso spirito è, a somiglianza
di Dio, attività, volontà, libertà: una libertà
condizionata che rimanda a quella assoluta che è sola di Dio. La
filosofia di
S., da lui stesso definita “apologia del
cristianesimo”, è esposta compiutamente nell'opera
La filosofia
della libertà (2 volumi, 1849). Tra le altre sue opere:
La ragione
e il cristianesimo (1863);
Il principio della morale (1883) (Losanna
1815-1895).